Sapere cosa fare in caso d’emergenza è ciò che può fare la differenza
di Stefano Peroncini – United Risk Management
Ogni giorno é sempre più difficile: viviamo in tempi complicati, dove il rispetto per la vita umana sembra essersi smarrito definitivamente. Le nostre Forze dell’Ordine e più in generale chi é deputato a fronteggiare situazioni di sicurezza devono saper affrontare e gestire una gran varietà di eventi rischiosi, da quelli messi in piedi da gruppi di estremisti organizzati, come negli attacchi di Parigi, a quelli ad opera di isolati attaccanti, presunte persone più deboli e spesso emarginati, come Nizza e Monaco.
In questo post vogliamo parlare di quanto può essere importante, per minimizzare il numero delle vittime di questi tragici eventi, saper adottare un approccio consapevole da adottare in tutte quelle situazioni critiche in cui non si può pensare che la salvezza venga esclusivamente da fuori: situazioni in cui devi poter contare sulle tue capacità.
Ci piace molto il libro dell’esperto di antiterrorismo Gianpietro Spinelli, in cui l’autore illustra molto bene i concetti di Sicurezza Partecipata e di A.T.B.P. (Anti-Terrorism Behaviour & Performance Skills), di cui ci permettiamo di virgolettare e riportare alcuni dei passaggi più significativi.
E allora ecco due regole di base ben illustrate nel libro di Spinelli:
1. Dobbiamo aver paura: “serve per dare una risposta efficace alle minacce, per prepararci ad affrontare il pericolo, per sapere agire con raziocinio, per non entrare a far parte di quel numero insopportabile di vittime senza chance”. La paura è un’emozione dominata dall’istinto, che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto in una situazione di pericolo e che dobbiamo saper gestire, affinché non si tramuti in panico o terrore, dove prevale l’impulso a scappare (spesso alla cieca) o si determina la paralisi della muscolatura. Paura che deve attivare un consapevole istinto di sopravvivenza (ossia quanto di più naturale nella vita dell’uomo) che deve essere da tutti noi gestito e reso efficace.
2. Impariamo ad essere delle sentinelle sul territorio: non solo per salvare noi stessi in caso di attacco, ma anche per essere “sensori passivi in supporto alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, fornendo elementi che possono essere determinanti per limitare il vantaggio terroristico”.
I rappresentanti delle nostre Istituzioni però si muovono in direzione opposta, peraltro comprensibile: ciò che viene comunicato alla cittadinanza tende spesso a minimizzare, nel senso di escludere il rischio che possa capitare anche da noi, nelle nostre città, e di esortare a mantenere le nostre abitudini, “perché se consentiamo al terrorismo di cambiare la nostra vita sarebbe come arrendersi”.
Che fare allora? Ad ognuno di noi la responsabilità di essere cittadini consapevoli e preparati: cominciamo a leggere questo breve ma esaustivo manuale, per imparare ad essere “sensori passivi per il controllo del territorio e soggetti attivi nelle emergenze”. Per costruire, insomma, una efficace cultura della sicurezza nel nostro Paese.
© United Risk Management
25 Luglio 2016