Il “metodo United”: una risposta concreta ai rischi segnalati dall’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia
di Enrico Fedrighini – United Risk Management
Su 30 miliardi di benefici fiscali legati al Superbonus, almeno 5 miliardi e 600 milioni si riferivano a crediti fittizi. E’ quanto emerge dai dati che l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia ha diffuso lo scorso giugno.
Una delle osservazioni contenute nel rapporto interessa una delle principali attività svolte da United Risk Management. La UIF osserva infatti che la maggior parte delle anomalie riguarderebbero “l’incoerenza del profilo soggettivo e/o del profilo economico-finanziario del cedente rispetto all’importo del credito ceduto”.
Qui l’UIF non parla di assenza di certificazioni o carenza di attestazioni professionali (SOA, ecc.), verifiche di carichi giudiziari, solvibilità finanziaria o iscrizioni in White List). Al contrario, si riferisce alla non rispondenza del soggetto cedente (impresa o commercialista, persona fisica o giuridica) rispetto a determinati requisiti di coerenza operativa ed economica circa l’attività svolta: sono questi gli elementi che caratterizzano in maniera sistematica i soggetti coinvolti nella gestione “criminale” dei benefici fiscali legati al Superbonus.
Questa tipologia di anomalie è uno di quei segnali che da anni i professionisti dedicati alle verifiche di legalità di United Risk Management monitorano per valutare l’affidabilità di un’impresa che si candida per ottenere a diverso livello (affidataria, sub-appalto o fornitore) una commessa di cantiere. Elementi che, nel caso del lavoro svolto da UIF, sono emersi solo a valle dell’attività criminosa svolta da tali soggetti.
Da una analisi dei casi più eclatanti riportati dalle cronache, emerge che il rischio della commissione del reato si sarebbe potuto efficacemente contenere qualora si fosse agito in maniera preventiva, partendo proprio da quel metodo che United Risk Management applica normalmente nelle verifiche svolte per i suoi committenti.
Consideriamo ad esempio il caso “Free Credit”: la più grande inchiesta su scala nazionale che ha condotto a 80 perquisizioni e a 35 misure cautelari. L’accusa è di aver frodato lo Stato per 440 milioni di euro commercializzando falsi crediti di imposta.
Un’analisi preventiva sul commercialista ritenuto il “regista” di questa operazione (A. L., arrestato a Santo Domingo), ne avrebbe fin da subito rivelato la scarsa affidabilità dal punto di vista della “referenza tecnico-economica”. Infatti, l’unica sua esperienza imprenditoriale era legata all’essere socio dal 2011 (ed amministratore fino al 2018) di una Srl con sede legale a Luino (VA) che commercia all’ingrosso prodotti petroliferi e lubrificanti e che presso la competente Camera di Commercio ha depositato un solo bilancio. Un’altra delle società coinvolte nell’indagine, la M.L. Srl -attiva nel commercio all’ingrosso di apparecchi per impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento- dichiarava nel 2020 un valore della produzione pari ad oltre 800.000 euro, ma il suo capitale sociale di 15.000 euro era interamente controllato da una finanziaria (W. B & F. H.) con soli 1950 euro di capitale, amministrata da un trentenne attivo nella rivendita di carburante.
Ancora: tra le aziende coinvolte figurava un Consorzio che offriva un “servizio di consulenza reso a imprese e professionisti”: tale consorzio aveva depositato un unico bilancio risalente al 2019 con un valore della produzione pari a zero. Il titolare, A. M., non aveva mai svolto in precedenza alcun incarico amministrativo e imprenditoriale; nel 2004 aveva una quota di partecipazione in una società, K. Srl, operante nella gestione di bar (10.000 euro di capitale dichiarato, 2.500 versato); e nel 2016 aveva quote in P. E., una Srl specializzata nella vendita di pasta e pasticceria fresca. Difficile ipotizzare che queste esperienze possano essere ritenute delle valide “referenze tecnico-economiche” tali da fornire adeguate garanzie per una specifica attività di General Contractor nel settore edile!
La segnalazione di anomalie di questo tipo è parte integrante dei report di legalità realizzati da United Risk Management, report che permettono quindi di avvisare il committente su eventuali rischi legati alla affidabilità delle Società con le quali si potrebbero intrattenere rapporti professionali.
Il lavoro di United Risk Management non si limita quindi alla individuazione di atti pregressi certificabili (sentenze, procedimenti, bilanci, ecc.), ma si estende ad un’analisi dei fattori di rischio di varia natura presenti e rilevabili adesso, e che riguardano una determinata impresa, i suoi soci e amministratori, nonché la rete relazionale all’interno della quale questa opera.
Questa attività è in linea e di fatti attua la ricerca di quegli elementi di “incoerenza del profilo soggettivo e/o del profilo economico-finanziario” segnalati da UIF: anomalie nel rapporto fra personale impiegato, volume d’affari e capitale sociale; persone al vertice di un’impresa che anagraficamente e professionalmente presentano segnali di incoerenza rispetto all’oggetto dell’attività economica; inchieste in corso…
Tutte queste informazioni sono trasmesse al Committente perché possa effettuare una attenta valutazione dei soggetti a cui affidare un appalto.
© United Risk Management
12 Luglio 2022