Il sottile confine tra l’esigenza di sicurezza e la privacy di una normale giornata digitale

di Stefano Peroncini – Consigliere Delegato di United Risk Management

Il bisogno di sicurezza é al secondo livello della mitica piramide di Maslow, psicologo statunitense noto per la sua gerarchizzazione dei bisogni, secondo la quale l’uomo é naturalmente portato a soddisfare i propri bisogni partendo da quelli più elementari per arrivare a quelli di ordine superiore, come il senso di appartenenza, la stima e l’autorealizzazione. Ebbene, se al primo posto abbiamo i bisogni fisiologici quali il respiro, l’alimentazione, il sesso o il sonno, subito dopo compare il nostro bisogno di sicurezza: sicurezza fisica, di occupazione, morale, familiare, di salute e di proprietà.

Fin dai tempi preistorici, l’uomo ha sempre soddisfatto il bisogno del cibo, cacciando animali, e subito dopo quella della propria sicurezza, trovando riparo ad esempio nelle caverne.

Ancora oggi viviamo fondamentalmente così: ma al bisogno di sicurezza, che sempre più le cronache ci ricordano ormai quotidianamente, c’è chi in qualche misura si oppone invocando un diritto – peraltro sacrosanto – alla privacy.

E allora, un po’ provocatoriamente, ho provato a ripercorrere una giornata digital-based per capire quale sia il reale impatto di tutte le tecnologie digitali che ormai usiamo quotidianamente sulla nostra privacy, anche a scapito della sicurezza. Qui il racconto “semi-serio”.

“Mi sveglio presto stamattina, ho un treno per Roma, lascio l’incombenza di portare entrambi i bimbi a scuola alla sempre più “santa” moglie. In ritardo, fortuna che ieri sera ho chiesto la prenotazione del taxi con l’App myTaxi. Puntuale come un orologio, anzi leggermente in anticipo, ecco che il sig. Marino mi chiama sul cellulare per dirmi che è davanti al mio civico. Entro sul taxi, molto ordinato, il tassista è davvero cortese, sarà forse perché dopo il breve viaggio verso la Stazione Centrale posso dargli un rating (da una a cinque stellette) e anche una mancia del 5 o 10% semplicemente con un tap sulIo smartphone?

Prima che il treno parta, ho fatto una registrazione su Facebook, commentando con tanto di foto quanto l’amata Stazione Centrale di Milano stia diventando un posto di ricovero permanente di disagiati, senza tetto e – ahimè – di immigrati che chi sa dove finiranno.

Parte il treno, subito solerte il controllore mi chiede il biglietto; taaac, con semplicità mostro il ticket elettronico che la fidata assistente mi ha inviato ieri via WhatsApp. Sprofondo nella lettura dei giornali, su tablet ovvio, e sorrido quando passa la gentile hostess del treno che mi propone un quotidiano cartaceo: perché esiste ancora? le domando sorridendo pensando di essere simpatico. Alla fine non resisto, e prendo una copia dell’Espresso, cedendo per una volta alle lusinghe della carta stampata.

In stazione Termini gran confusione e soprattutto tanto dispiego di forze dell’ordine e persino dell’esercito. Non posso non notare che ovunque ci sono telecamere di sorveglianza, anche wide-angle, per un maggior angolo di ripresa. Mi sento decisamente più al sicuro, proseguo verso i taxi e trovo una coda infinita. L’App myTaxi mi salva nuovamente, arriva il Sig. Gino che mi chiama sul cellulare per dirmi di spostarmi dalla fila, in modo da non creare malumori tra i colleghi magari meno “digital”.

Arrivo a destinazione, in una nota manifestazione all’Eur, il Forum PA, dove mi accredito rapidamente mostrando il Qr code dallo smartphone che ho ricevuto dopo la registrazione all’evento che ho fatto ieri dal mio ufficio. E come non fare una foto, su Instagram alla meravigliosa Nuvola di Fuksas. In fondo Facebook mi ha già dato il benvenuto in Roma, chissà come si é già accorto che non sono più a Milano. Mi accredito, entro, lancio l’App dedicata all’evento e in un attimo i miei contatti in rubrica vengono sincronizzati e mi viene mostrato chi tra le mie 4.105 conoscenze è in questo momento con me in fiera!

La giornata prosegue, tra incontri, dibattti e – incredibile – scambio di biglietti da visita, si quelli cartacei! Meno male che resistono ancora, così dopo aver visto su LinkedIn il profilo della persona che mi interessa, lo posso guardare negli occhi fiero di dargli la mia business card.

Ore 17, si rientra verso la stazione Termini, sono in anticipo. Il collega propone un bel gelato, vince Grom. Ho solo una banconota da 50 euro nel portafogli, decido così di pagare con Satispay, l’App che sta rivoluzionando il settore dei micropagamenti, con buona pace delle banche e dei circuiti delle carte di credito.

Ore 20.30, Milano, Stazione Centrale ancora è un bivacco, fortuna che anche qui ci sono tante telecamere di sicurezza. Welcome back da Facebook e in metro verso casa. I tornelli si aprono proprio bene con l’App di ATM, che mi salva visto che non ho monete in tasca.

Decido di portare fuori a cena mia moglie, fortuna che abbiamo una tata che abita proprio di fronte casa e che ci concede di prenderci un po’ di tempo per noi. Dove andiamo? Rapida ricerca su Google, Trip Advisor ed ecco uno dei più famosi ristoranti di carne in zona. Via si va, ottima cena e chiusura con il mio dolce preferito, il cuore caldo di cioccolato, a cui viene dedicata una bella foto, con recensione 5 stelle Trip Advisor. Mentre giro la foto via WhatsApp all’amico storico compagno di tante abbuffate di dolci, ricevo una mail di Google, che mi “suggerisce” di dire dove ho fatto la foto e mi chiede di recensire quello che ho mangiato.

Ore 23.30, metto in carica il cellulare e sprofondo finalmente nel letto, circondato dai miei più cari affetti, nella mia privacy, nella convinzione di aver passato un’altra giornata super efficiente e in totale sicurezza. Un dubbio mi assale: e se le mie attività e e gli spostamenti di oggi fossero stati tutti tracciati?”

30 Maggio 2017

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